Emozioni, cultura e benessere: i laboratori di counseling nel Teatro più Piccolo del Mondo

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Il counseling ha l’obiettivo di migliorare la qualità di vita della persona, sostenendo i suoi punti di forza e le sue capacità di autodeterminazione. Offre uno spazio di ascolto e di riflessione, individuale o in gruppo, in cui esplorare difficoltà relative a processi evolutivi, fasi di transizioni e stati di crisi e rinforzare capacità di scelta o di cambiamento. È un intervento che utilizza varie metodologie, mutuate da diversi orientamenti teorici. Il processo di counseling in un luogo d’arte usufruisce del dono che l’opera fa all’animo umano, dialogando con le molte parti di noi, con le storie di cui ciascuno è portatore e costruendo insieme un’identità narrativa plurale, che ci permette di ritrovarci simili e diversi, ma ben accetti, nel contesto sociale al quale prendiamo parte. Gli appuntamenti laboratoriali che seguono si svolgeranno all’interno del Teatro più Piccolo del Mondo, di notevole pregio artistico per la sua completezza stilistica e funzionale ed anche foriero di spunti narrativi per le storie che vi si sono svolte si svolgeranno alcuni appuntamenti laboratoriali gratuiti, poiché realizzati all’interno del progetto Emozioni, Cultura, Benessere: 25 anni di #teatropiccolo. Sono condotti dalla dott.ssa Serena Brenci Pallotta, counselor professionista ad approccio gestaltico integrato, iscritta all’Associazione di Counseling Reico ed operatrice della cultura da oltre 15 anni. I laboratori sono parte integrante di un progetto realizzato dall’Associazione di promozione sociale Società del Teatro della Concordia con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia e del Comune di Monte Castello di Vibio, con il partenariato della Regione dell’Umbria, dell’Unitre di Monte Castello di Vibio e del Cesvol Perugia, con il patrocinio dell’Associazione per l’Economia della Cultura. Si tratta di una progettualità che lega la cultura al conseguimento del benessere come dimensione individuale e sociale, mediata dalla consapevolezza delle proprie emozioni sollecitate dalla fruizione di un’opera d’arte e dalla co-creazione che scaturisce da una partecipazione di gruppo coordinata, come accade anche con le visite emozionali della struttura teatrale e con l’esperienza di storytelling nel web, diventata recentemente un libro con integrazioni via Twitter dei contributori online. Ciascun laboratorio è a numero chiuso, per lavorare con più attenzione con il gruppo. Sono preziose e gradite le prenotazioni, via mail a promo.eve@teatropiccolo.it o direttamente via whatsapp al numero 328.2833897 specificando nome, mail, numero di telefono e laboratori ai quali si desidera partecipare. Si può partecipare a uno o più incontri. I laboratori si attivano con minimo 4 persone.

Domenica 24 febbraio – ore 10.30/13.00 Come mi vedo, come mi vedono, cosa non vedo. L’immagine che abbiamo di noi stessi non sempre coincide con quello che trasmettiamo fuori di noi. Esploriamo insieme questi aspetti.
Domenica 3 marzo – ore 10.30/13.00 Coltivare la resilienza: la cultura come cura. Come siamo in rapporto con l’ecosistema digitale, pro e contro di un modo diverso di vivere o non vivere più la noia. Come la creatività si inserisce in questa dimensione.
Domenica 10 marzo – ore 10.30/13.00 Competenza vs vocazione: cosa voglio davvero fare? Sapere in cosa riusciamo bene e cosa ci piace fare. Non sempre le due aree coincidono, ma nella loro intersezione può esistere uno spazio interessante da esplorare, per valorizzare meglio le proprie attitudini.
Sabato 16 marzo – ore 10.30/13.00 “Abbiamo tutti bisogno di amore, ma chi può offrirlo?” (cit. Oscar Wilde) Scambiare il bisogno di amare con l’accettazione di un ideale che non ci corrisponde. O ancora, accontentarsi di ricevere un amore per cui non si è animati allo stesso modo. La ricerca di equilibrio interiore è essa stessa un atto di amore, prima di aprirsi all’altro. Confrontiamoci insieme.
Domenica 24 marzo – ore 10.30/13.00 “Quando tu… io mi sento…” L’arte della relazione. È facile cadere nel conflitto per una comunicazione mal gestita. E arrivare ad erigere muri laddove un modo diverso di relazionarci potrebbe costruire ponti verso possibilità gioiose di confronto. Esercitiamoci a formulare in modo chiaro le nostre richieste all’altro: partner, amico, collega o familiare.

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