Gli “OrientaMenti” al lavoro che aiutano i ragazzi a costruire il proprio futuro
Tempo di lettura: 5 minutiTirocini retribuiti, percorsi di formazione gratuiti e iniziative di autoimprenditorialità. Sono già al lavoro i giovani partecipanti a “OrientaMenti: orientarsi a partire da sé”, progetto sperimentale di accompagnamento personalizzato al lavoro promosso da Fondazione Perugia in collaborazione con le diocesi di Gubbio e Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e con l’Arpal – Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro.
Un risultato più che incoraggiante, frutto della sinergia, dell’impegno e della tenacia con i quali i partner sono riusciti a dar vita al progetto, nato in risposta alla problematica – molto diffusa nei territori di riferimento delle due Diocesi – dei giovani che si ritrovano esclusi dal mercato del lavoro e che, per una serie di ragioni socio-culturali tra loro eterogenee, non riescono ad inserirsi.
Da qui la volontà condivisa dalla Fondazione, dalle due Diocesi e dall’Arpal di sostenete l’avviamento e il reinserimento occupazionale dei soggetti con maggiori difficoltà, in particolare di coloro che hanno un basso livello di occupabilità e che hanno rinunciato alla ricerca attiva di un lavoro.
I venti ragazzi sono stati individuati attraverso un apposito avviso pubblicato dalla Fondazione Perugia a gennaio 2022 rivolto a giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni, non occupati né iscritti a corsi di formazione professionale e non inseriti in alcun programma di politica attiva della Regione Umbria. Tutti i candidati che hanno presentato la propria manifestazione di interesse hanno avuto la possibilità di partecipare ad un primo corso motivazionale e di orientamento propedeutico ad accedere alla fase successiva. Quest’ultima prevedeva l’inserimento in uno dei tre percorsi previsti dall’avviso – tirocinio, formazione o autoimprenditorialità – che un’apposita equipe di professionisti ha elaborato insieme a ciascun candidato selezionato sulla base delle sue motivazioni e delle sue attitudini. I percorsi sono sostenuti attraverso voucher formativi e borse lavoro.
Contestualmente il gruppo di coordinamento del progetto, che comprende rappresentanti di tutti i partner, ha raccolto le adesioni da parte delle imprese e delle associazioni non profit del territorio, che hanno creduto nel progetto condividendo appieno lo spirito di accogliere nelle proprie strutture i ragazzi per consentire loro di acquisire competenze e know-how pratico, ma anche per migliorare le soft skill necessarie per intraprendere il loro percorso lavorativo.
Tra le aziende che hanno dato la propria disponibilità, ne sono state scelte alcune tenendo conto dei settori nei quali i tirocinanti hanno richiesto di operare, settori che spaziano dalla formazione alla didattica per bambini, dalla comunicazione digitale all’informatica, dalla fisioterapia ai servizi chimico-biologici per le aziende, dal turismo alla gestione museale, dal commercio all’ingrosso alla cooperazione sociale.
I percorsi formativi scelti riguardano invece la scrittura, le attività di social media manager e di addetto alle vendite e quella di cuoco.
Un dato particolarmente significativo, sottolineato dal Gruppo di coordinamento, sta nel fatto che in seguito al primo corso di orientamento alcuni candidati hanno rinunciato a partecipare al progetto perché hanno trovato una occupazione, a significare che hanno ricevuto gli stimoli necessari per rimettersi in gioco.
Un altro aspetto peculiare del progetto è rappresentato dalla valutazione d’impatto che verrà effettuata al termine della sua attuazione e, quindi, dalla verifica del raggiungimento o meno degli obiettivi prefissati. Lo studio verterà sul confronto dei risultati raggiunti dal gruppo di ragazzi che ha partecipato e completato tutte le fasi del progetto con un omogeneo gruppo di ragazzi che, al contrario, non hanno partecipato e che, pertanto, possono essere individuati come benchmark di misurazione degli effetti realizzati. I risultati saranno utili per dare continuità al progetto ed anche per verificare se possa essere preso ad esempio come best practice da replicare in altri territori.
La forza di un progetto come OrientaMenti: orientarsi a partire da sé sta nell’articolato ma solido approccio di rete portato avanti anche operativamente attraverso il gruppo di coordinamento. Questo ci consente di svolgere azioni di prossimità, trasversali ed integrate, in grado di tenere insieme gli aspetti di carattere formativo ed educativo e quelli di natura più propriamente sociale. Siamo molto soddisfatti sia per quanto riguarda la partecipazione dei ragazzi, che non è stato facile intercettare, sia per la disponibilità delle imprese e delle associazioni, la cui collaborazione era fondamentale per la realizzazione dei tirocini. I percorsi in cui sono impegnati i partecipanti sono il risultato di un approfondito processo di ascolto e di analisi delle loro motivazioni e delle loro attitudini lavorative, e questo ci fa ben sperare che attraverso questo circolo virtuoso che ha come punto di partenza l’aumento dell’autostima e arriva alla formazione e all’autoimprenditorialità, riusciremo a dare loro la spinta per costruire il proprio futuro.