Machiavelli e il mestiere delle armi. Guerra, arti e potere nell’Umbria del Rinascimento
Tempo di lettura: 4 minutiVarcato il grande portone in legno di Palazzo Baldeschi, un suggestivo allestimento multimediale ci catapulta immediatamente nel mondo della guerra, nel mondo dell’arte della guerra. Di cui i capitani di ventura, i condottieri che venivano assoldati dai signori insieme ai loro gruppi di soldati professionisti, erano un vero esempio. Nel Medio Evo e nel Rinascimento quando si parla di guerra non si può prescindere dalla nozione di mercenario, il cui servizio, lungi dall’essere frutto dell’appartenenza ad una comunità politica, era piuttosto alimentato dall’attrattiva del “re soldo”.
L’Umbria fu una regione “ricca” di tali figure, che si trovano più volte nelle opere di importanti letterari italiani, come nell’ Arte della guerra di Niccolò Machiavelli. Proprio l’autore de Il Principe e con lui i capitani di ventura che hanno segnato la storia umbra dell’epoca – personaggi come Braccio Fortebracci, Niccolò Piccinino, Bartolomeo d’Alviano, Giampaolo Baglioni e il Gattamelata – sono i protagonisti della mostra “Machiavelli e il mestiere delle armi. Guerra, arti e potere nell’Umbria del Rinascimento” allestita dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia in collaborazione con la Fondazione CARIPERUGIA ARTE nell’elegante Palazzo Baldeschi, in Corso Vannucci, a Perugia, fino al 25 gennaio 2015.
Un appuntamento importante per la città di Perugia, dove l’inaugurazione della mostra, lo scorso 30 ottobre, è stata accompagnata da un evento che si è svolto presso una Sala dei Notari di Palazzo dei Priori che ha fatto registrare il pienone. Rappresentanti delle istituzioni, del mondo accademico, delle associazioni imprenditoriali e di tutte le restanti forze sociali del territorio non hanno mancato di partecipare ad un appuntamento durante il quale i curatori della mostra ne hanno spiegato le origini e i contenuti, per poi accompagnare i partecipanti a Palazzo Baldeschi per l’attesissimo taglio del nastro e la visita guidata del percorso.
Un viaggio che si snoda lungo le sale del palazzo dove, saliti al primo piano, ad accogliere i visitatori c’è un magistrale Francesco Favino in formato “video” impegnato nella lettura della celebre missiva di Machiavelli a Francesco Vettori del dicembre 1513.
Un piccolo corridoio introduce nella prima stanza, quella dedicata proprio al Machiavelli e al suo “Principe”. Qui è possibile ammirare il ritratto inedito “ritrovato” dal prof. Alessandro Campi, uno dei quattro curatori della mostra, che è già stato presentato a Roma, presso il Vittoriano, e che è in esposizione per la prima volta proprio a Perugia. Un altro “pezzo” importante collocato all’interno di questa prima sala è la copia del manoscritto de “Il Principe” conosciuta come G14 che si trova presso la Biblioteca Augusta di Perugia. Si tratta di uno dei 19 manoscritti non autografi che si trovano in tutto il mondo. In mostra anche monete, materiale filatelico e giochi riferiti al Machiavelli. E poiché Il Principe risulta essere il libro più tradotto al mondo non poteva mancare una serie di copie dell’opera in diverse lingue: dall’ebraico all’etiope, dal giapponese al persiano, dal polacco al russo fino all’hindi, la lingua indiana.
Oltrepassata la prima sala, si entra nel ricco mondo dei capitani di ventura, a cui sono dedicate altre 4 sale suddivise per territorio di appartenenza dei personaggi.
Si parte da Città di Castello, dove trova spazio la famiglia Vitelli – che nel Quattrocento e nel Cinquecento crebbe d’autorità assumendo una notevole importanza nella vita pubblica – per poi passare negli spazi dedicati alle zone di Todi e Lago Trasimeno dove, tra le altre cose, viene documentato l’episodio della Congiura della Magione. La quarta sala è dedicata a Perugia, soprattutto alla famiglia Baglioni, con una galleria di ritratti dei principali esponenti, primi fra tutti Giampaolo, Malatesta, Braccio e Astorre Baglioni.
Ultima tappa nel territorio Nocerino/Gualdese per poi passare alla parte della mostra che documenta con immagini fotografiche l’urbanistica di varie città dell’Umbria, in particolare l’architettura cinquecentesca di prestigiosi palazzi che si possono ancora ammirare nel loro splendore a Perugia, Città di Castello, Gubbio, Foligno e Spoleto.
Una sezione, poi, è stata adibita a “sala video”, dove tutti i materiali multimediali possono essere visti dai visitatori a ciclo continuo. La multimedialità è una delle peculiarità di questa mostra, dove in tutte le sale vengono proiettati filmati dedicati ai capitani di ventura prodotti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Questa formula rende particolarmente “accattivante la visita al percorso espositivo da parte di giovani e studenti”, afferma il presidente della Fondazione CARIPERUGIA ARTE, Giuseppe Depretis. Numerose, infatti, le scuole che hanno già confermato la propria partecipazione alla mostra, grazie al coinvolgimento dell’Istituto scolastico regionale in un progetto che assume una importante rilevanza dal punto di vista didattico-formativo.
Il percorso prosegue con la visita alla sezione bibliografica, che contiene soprattutto materiale fornito dalla biblioteca Augusta di Perugia, ma prestiti di pregio sono arrivati da tutte le biblioteche umbre più importanti nonché da numerosi collezionisti privati
Gran finale nella straordinaria Galleria dei capitani di ventura, con ritratti, materiali di archivio ed esposizioni di armi originali appartenenti alla famiglia Baglioni: picche, lance, colubrine elmi e corazze sono lì a raccontarci una vera e propria epopea, quale è stata quella dei capitani di ventura in Umbria.
Le opere in mostra provengono dai principali musei italiani, primi fra tutti la Galleria degli Uffizi, a Firenze, e il Museo nazionale di Palazzo Venezia, a Roma.
Si possono vedere opere di artisti come Cristofano dell’Altissimo, Nicolò Lattanzio, Sinivaldo Ibi, autore dello splendido Gonfalone di Gubbio, ma anche di Annibale Brugnoli, Berto Di Giovanni, Matteo da Gualdo, il Pinturicchio, Luca Signorelli, Il Perugino, Salvatore Fiume e Lo Spagna. Uno dei fiori all’occhiello della mostra è il modello ligneo del Tempio della Consolazione di Todi, attribuito al Bramante.
Parallelamente alla mostra, la Fondazione Cassa di risparmio di Perugia ha deciso di organizzare una serie di incontri, sempre sui temi legati al Machiavelli e ai capitani di ventura, che si terranno in vari comuni dell’Umbria. Questo nell’ottica di quello che vuole essere sempre di più “un percorso di coinvolgimento dei territori nelle iniziative intraprese dalla Fondazione nell’ambito della promozione della cultura”, afferma il presidente Carlo Colaiacovo nel sottolineare il ruolo di motore culturale che la Fondazione stessa intende assumere nella nostra regione in collaborazione con le istituzioni e gli altri attori sociali.
I CURATORI – Alessandro Campi, professore di Storia delle Dottrine Politiche, Università di Perugia
Erminia Irace, professore di Storia Moderna, Università di Perugia
Francesco Federico Mancini, professore di Storia dell’Arte Moderna, Università di Perugia
Maurizio Tarantino, direttore Biblioteca Augusta, Perugia
INFO E BIGLIETTI – Perugia, Palazzo Baldeschi al corso
(Corso Vannucci, 66)
Orari di apertura
martedì, giovedì, sabato, domenica: ore 10-13; 15-20;
mercoledì e venerdì: ore 15-20; chiuso il lunedì.
Biglietti:
intero: 5 €; ridotto: 2 €; studenti: ingresso gratuito.
Informazioni e prenotazioni
FONDAZIONE CARIPERUGIA ARTE
Corso Vannucci, 47
06121 Perugia
T +39 0755724563
F +39 0755737693
Mail: info@fondazionecariperugiaarte.it
Web: www.fondazionecariperugiaarte.it