Umbria Jazz, uno studio analizza l’impatto dell’evento sul tessuto economico

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“UMBRIA JAZZ: NON SOLO MUSICA. Il valore economico-sociale della manifestazione su Perugia e il suo territorio” è il titolo della ricerca promossa dalla Fondazione Umbria Jazz con la collaborazione dell’Università per Stranieri di Perugia e dall’Università degli studi di Perugia presentata il 21 settembre presso la sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, che da anni sostiene l’iniziativa.

Realizzata da Luca Ferrucci del Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Perugia e da Simona Collu e Michele Tomassoli, studenti del Master in International Business and Inter-Cultural Context dell’Università per Stranieri di Perugia la ricerca segue uno studio su Umbria Jazz realizzato nel 2007 dai professori Bracalente e Ferrucci del dipartimento di Economia dell’Università di Perugia con l’obbiettivo di individuare ed analizzare l’impatto economico del festival nella città di Perugia.

I risultati furono molto lusinghieri, e dimostrarono che per ogni euro investito nella manifestazione se ne producevano tre di ricavi a favore dell’economia urbana.

A distanza di oltre 10 anni questo studio fa da base per un ulteriore ricerca, sempre incentrata su UJ, sull’impatto economico nell’economia urbana della kermesse relativamente all’ultima edizione del luglio 2018.

Nell’introdurre i lavori il Segretario Generale della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Fabrizio Stazi, ha evidenziato che “il tema della valutazione d’impatto è entrata appieno nella riforma del terzo settore e orienterà l’agire futuro delle associazioni, ma rappresenta anche un dovere per le nostre Fondazioni Bancarie. Personalmente ritengo che la valutazione non può essere un fine per decidere se continuare un’iniziativa, ma uno strumento perché ci sono alcune dinamiche che non possono essere agevolmente valutate, quali aspetti relazionali, sociali e culturali”.

Per conseguire l’obiettivo di stimare l’impatto dell’evento nell’economia urbana, sono stati costituiti una serie di indicatori (“segnali”) capaci di captare l’andamento tendenziale dell’evento 2018.

Si tratta di una sorta di “cruscotto” strategico molto semplice da implementare e tempestivo nel fornire i follow up, che potrebbe trovare valida implementazione anche per monitorare altri eventi e manifestazioni culturali al fine di analizzarne la dinamica e valutare gli effetti delle risorse finanziarie (specie quelle pubbliche) investite.

I dati ci possono portare a concludere che UJ  è un lampante esempio di marketing territoriale che negli anni si è evoluto seguendo i tempi e le esigenze del pubblico, ampliando la sua offerta nel corso dell’anno per prolungare gli effetti benefici dell’evento, pur mantenendo sempre un elevato standard qualitativo.

Queste cifre permettono di renderci conto della dimensione che ormai l’evento ha raggiunto, ma restano comunque incalcolabili tutti gli altri benefici che la manifestazione apporta al territorio in termini di produzione, reddito, occupazione, immagine e notorietà in campo turistico, prestigio, attrattività dell’area dal punto di vista per esempio degli investimenti o delle attività commerciali o industriali, senza dimenticare tra l’altro la crescita dell’orgoglio sociale e dello spirito di appartenenza alla comunità da parte dei residenti che UJ ha saputo stimolare negli anni.

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