Green Deal, EU Way of Life, Digital Decade: il nuovo vocabolario della programmazione europea

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Green Deal, EU Way of Life, Digital Decade: questi e altri gli “slogan” sempre più utilizzati.
Cosa vogliono dire e come plasmano il futuro dell’Europa?

Ogni periodo di programmazione vive di specifiche priorità, che nascono da un lungo dibattito strategico e che vengono man mano sintetizzate in parole, o piccole frasi, usate con particolare frequenza per almeno un settennio. Molte di esse (come ad esempio, l’essere “smart”, “green”, “innovativi”, “sostenibili” o “inclusivi”) rimangono impresse nel lungo periodo nel “patrimonio concettuale” degli europrogettisti e dell’opinione pubblica europea.
Queste parole, o frasi, vengono definite in inglese “buzzwords” (o “buzz phrases”): un termine dall’etimologia significativa, che richiama contemporaneamente il concetto di “ronzio” (buzz = suono di fondo, indistinto e continuativo), ma anche di “attivismo” (buzz = atmosfera particolarmente dinamica e frizzante) e la correlazione ad attività professionali (buzz come “business”).
A volte queste “buzzwords” sono abusate e perdono la ricchezza del loro significato originario; ma implicano un reale fermento intorno a una tematica percepita (e affrontata) come prioritaria e sono importanti per lavorare efficacemente nel mondo dell’europrogettazione.
Rappresentano (per definizione, e per ovvi motivi di comunicazione), la banalizzazione di un concetto complesso: ma sono il punto d’arrivo di anni (o decenni) di dibattito, il fulcro dell’attualità nel mondo dell’europrogettazione e la base per il futuro dell’Europa.

Molte di queste “buzzwords” si ritrovano tra le priorità strategiche della Commissione europea di questo periodo. Ne abbiamo parlato nel corso della presentazione della nuova Guida all’Europrogettazione. Sono 6 e sono relative al mandato della Commissione europea sotto la presidenza di Ursula von der Leyen (2019-2024). Possono essere approfondite in una varietà di documenti strategici e preparatori (come ad esempio questo) e all’interno del prospetto generale della Guida sui programmi europei (link “info” dedicato alla loro genesi politica).
Ognuna di queste priorità è infatti strettamente legata alla genesi politica dei principali programmi europei: ad esempio, la correlazione tra queste priorità e programmi quali LIFE, Europa Digitale, Mercato Unico, Azione Esterna, Diritti e Valori è immediatamente visibile. Tuttavia, è altrettanto importante considerare la loro dimensione trasversale: ogni programma, dai più grandi ai più piccoli (lo abbiamo sottolineato, ad esempio, per Orizzonte Europa), le riprende virtualmente tutte e può avere una rilevanza per ciascuna di queste 6 priorità.
Le risorse comunitarie (tra cui quelle del “Dispositivo di Resilienza”, ovvero del cosiddetto “Recovery Fund”) si concentrano su esse, in particolare sulle prime due: “Green Deal” e “Digital Decade”.
Conoscere queste 6 priorità, capirle, interiorizzarle, esprimerne i principi e affrontarne le sfide nelle proposte progettuali è molto importante per chi si occupa di europrogettazione.

Scopriamole!

Il “Green Deal” mira a fare dell’Europa il primo continente a “zero impatto” sul clima. Ha una rilevanza concreta e simbolica fondamentale per il futuro della Terra. L’essere i primi in quella che è (e dovrà essere) la “sfida n°1” per il futuro dell’umanità ha anche una valenza strategica per il ruolo dell’Europa nel mondo, a livello politico (leadership) ed economico (competitività nelle tecnologie-chiave). Le azioni in questo ambito investono moltissimi settori, per i quali esistono strategie e misure specifiche: il climal’energial’agricoltural’industrial’ambiente, i trasportilo sviluppo regionalela ricerca e l’innovazione.

La Commissione europea mira a fare di questo decennio il “decennio digitale” europeo: rafforzando la sovranità e la sicurezza digitale, le norme, la competitività su dati, tecnologia e infrastrutture (5G e 6G, cloud, intelligenza artificiale, Big Data, semiconduttori, quantum computing, etc.) e le competenze digitali (per il settore pubblico e privato). Anche in questo ambito le azioni investono molti settori, strategie e misure specifiche: intelligenza artificialedatiindustriacalcolo ad alte prestazioni (HPC), mercati digitaliservizi digitalicyber-sicurezzacompetenze digitaliconnettivitàidentità digitale.

L’UE deve creare un ambiente più attraente per gli investimenti e una crescita che offra lavori di qualità, in particolare per i giovani e le piccole imprese. Non si tratta soltanto della ripresa di uno “slogan” di lunga data dell’UE (“more and better jobs”) ma di una reale priorità di lungo termine sulla quale l’UE è chiamata a provare la sua efficacia. In particolare, alla luce: della risposta alla crisi del Covid-19; dell’adattamento dell’economia a una logica “verde” e a zero impatto sul clima; al mantenimento degli standard sociali, un caposaldo tra i valori europei.

In un mondo sempre più caotico, in cui la voce dei diritti, delle regole, della democrazia e del multilateralismo stenta a farsi sentire, segnato dall’influenza di vecchie e nuove potenze mondiali e regionali, è indispensabile per l’UE rafforzare il suo ruolo di “leader mondiale responsabile”. Una leadership che si esprime in tutti i settori, ma più direttamente in quelli che portano la voce dell’UE nel mondo: politica esteravicinato e allargamentopartenariati e aiuti internazionali, commerciosicurezza e difesa.

I “valori europei” rappresentano le radici profonde dell’UE e il suo futuro. Permeano il modo in cui l’UE vive e si sviluppa, porta avanti la sua agenda e i suoi obiettivi nei diversi settori, si manifesta ed è vissuta dai suoi cittadini. Giustizia, diritti fondamentali, stato di diritto, parità, tolleranza ed equità sociale – ma anche salute, sicurezza, protezione dei consumatori, migrazione e asilo: questi, insieme a tutti gli altri già citati, i “grandi cantieri” che saranno portatori della visione e dei valori dell’Europa in questi anni.

La democrazia europea è caratterizzata da una grande vivacità, da una complessa architettura istituzionale e da un particolare concetto di leadership, che ne fanno un caso unico nella storia e un esempio nel mondo. Tuttavia, due priorità si fanno strada con particolare urgenza in questi anni: assicurare un ruolo più incisivo dei cittadini europei nel processo decisionale e nella definizione delle priorità dell’UE; e proteggere la democrazia europea da ingerenze esterne (che si manifestano, ad esempio, attraverso azioni di disinformazione e messaggi di odio online).

Una seconda categoria di priorità o “parole d’ordine” riguarda più specificamente il mondo dei Fondi Strutturali, che rappresentano l’espressione della politica regionale dell’UE, ovvero il contributo specifico dell’UE allo sviluppo dei suoi territori.
Le priorità della politica regionale dell’UE per il periodo 2021-2027 sono state ridotte a cinque (erano undici nel precedente periodo di programmazione) e ricalcano da vicino i sei principali obiettivi strategici della Commissione europea, descritti più sopra. I Fondi Strutturali avranno una “specializzazione” sulla base di queste priorità (che non sarà comunque totale, né esclusiva).

  • Un’Europa più competitiva e più “intelligente” (priorità del FESR)
  • Un’Europa più “verde” e a basse emissioni di carbonio (priorità del FESR e del Fondo di Coesione)
  • Un’Europa più connessa (priorità del Fondo di Coesione)
  • Un’Europa più “sociale” ed inclusiva (priorità del FSE+)
  • Un’Europa più vicina ai cittadini

Cui si aggiungono (sempre in linea con i suddetti obiettivi):

  • priorità specifiche per il Fondo per una Transizione Giusta (che si propone di mitigare gli aspetti sociali della transizione verso un’economia “a zero emissioni”)
  • priorità specifiche per i programmi di Cooperazione Territoriale (Una migliore governance della cooperazione e Un’Europa più sicura).

Ricordiamo che l’Italia non è destinataria del Fondo di Coesione (riservato ai Paesi con reddito inferiore al 90% della media UE).

Queste priorità dicono dunque molto sia sull’attualità dell’attività di europrogettazione, sia (più in generale) sul futuro dell’Europa.
Spetterà ai nostri progetti il compito di realizzare una nuova Europa in linea con questi obiettivi – affascinanti, importanti e giustamente ambiziosi.

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