“Per Aspera ad Astra” non si ferma!
Tempo di lettura: 2 minutiGiovedì 7 gennaio 2021, a partire dalle ore 18, sui canali social Facebook e YouTube della Fondazione Cassa di Risparmio e del Teatro Stabile dell’Umbria Cristina Colaiacovo Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Bernardina Di Mario Direttore della Casa Circondariale di Capanne e Nino Marino, Direttore del Teatro Stabile dell’Umbria, daranno conto del progetto, delle attività svolte e dei risultati ottenuti.
Un progetto che si rinnova e cresce ogni anno e che è diventato un vero e proprio corso di formazione professionale grazie a Vittoria Corallo, della Compagnia dei giovani del TSU. In questa occasione è stata coinvolta anche una classe del Liceo Classico Mariotti e studenti e detenuti hanno lavorato insieme all’interno del carcere. Al termine del laboratorio era programmata una dimostrazione pubblica che, a causa delle restrizioni in atto, non è stato possibile realizzare.
Nasce così Voliera, il corto artistico firmato da Vittoria Corallo che andrà in onda venerdì 8 gennaio nella Sala virtuale del cinema Postmodernissimo (clicca qui) e sarà preceduto, a partire dalle ore 19, sui canali social del Postmodernissimo, del Teatro Stabile dell’Umbria e della Fondazione, da un incontro di presentazione a cui parteciperanno Vittoria Corallo, Daniela Monni del Comitato di Indirizzo della Fondazione e Nino Marino direttore del TSU.
Voliera è prima di tutto uno spettacolo teatrale, ma è anche la testimonianza che pur tra le difficoltà causate dall’emergenza sanitaria Per Aspera ad Astra non si è fermato.
Ho imparato a stare con gli altri e con me stesso».
«Quando esco farò l’attore».
«Non conoscevo il teatro e mi ha cambiato molto».
Sono questi alcuni dei commenti dei partecipanti alla terza edizione di “Per Aspera ad Astra – Come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, un progetto in corso in 12 carceri italiane. L’iniziativa, promossa da Acri e sostenuta da 10 Fondazioni di origine bancaria, coinvolge circa 250 detenuti, che partecipano a percorsi di formazione professionale nei mestieri del teatro, che riguardano non solo attori e drammaturghi, ma anche scenografi, costumisti, truccatori, fonici, addetti alle luci.
Neanche la pandemia ha interrotto l’esperienza: le limitazioni alle attività imposte dalle misure di contenimento della diffusione del contagio hanno spronato le compagnie partecipanti ad attivare formule alternative per proseguire le attività. Le lezioni si sono trasferite in modalità telematica: i detenuti, in piccoli gruppi, si collegano in videochat, i docenti utilizzano diversi supporti multimediali per sopperire alla lontananza. Insieme alla formazione, i partecipanti stanno lavorando alla redazione di un testo drammaturgico, attraverso scambi epistolari che stanno innescando veri processi creativi condividendo testi, immagini bozzetti, ipotesi di scenografie. L’obiettivo è, infatti, proseguire con il percorso che porta alla costruzione degli spettacoli, da tenere in tarda primavera. Se possibile, gli spettacoli saranno aperti al pubblico, altrimenti si terranno in diretta streaming. Un’altra strada individuata per far fronte agli impedimenti imposti dalla pandemia è la realizzazione di un documentario sul processo artistico in carcere: ovvero raccontare, in forma artistica, poetica e giornalistica le difficoltà e le situazioni che si incontrano nel percorso per restituire bellezza e dignità a luoghi che ne sono spesso privi come gli istituti di pena. Altre strade sono, infine, la realizzazione di radio-documentari, libri fotografici e brevi podcast.