Welfare di comunità, la risposta collettiva al disagio sociale
Tempo di lettura: 2 minutiLegami sociali sempre meno solidi, una maggiore vulnerabilità del ceto medio che ha reso le famiglie progressivamente più povere, disagi psicologici e fisici che spesso non sono distinguibili ad occhio nudo ma colpiscono un’ampia fascia della popolazione. Con l’acuirsi di questi fenomeni sociali si sono viceversa ridotte le risorse pubbliche, con la conseguenza che il sistema tradizionale di Welfare non riesce a tenere più testa alle vorticose trasformazioni della nostra società. Cosa fare e come intervenire?
Questi i temi affrontati nel corso del seminario “Welfare di comunità: elementi di scenario, strategie per sostenere esperienze di welfare comunitario nei territori” organizzato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia che si è tenuto questo pomeriggio presso la Sala delle Colonne di Palazzo Graziani. Sviluppare il welfare di comunità, significa sì attivare servizi di comunità a sostegno degli ultimi e dei più vulnerabili, ma anche saper intercettare le esigenze delle persone che hanno subito un peggioramento del proprio tenore di vita e che, pertanto, sono diventate più fragili.
L’iniziativa rientra nelle attività formative che la Fondazione sta organizzando per offrire ai soggetti che presentano richieste di contributo gli strumenti e il supporto lungo tutto il processo, dalla progettazione fino alla rendicontazione dei progetti presentati a valere sui vari bandi, come quello dello scorso aprile da 2 milioni di euro “Iniziative per un Welfare di comunità. Idee e progetti”.
Nel corso del seminario Gino Mazzoli dello Studio Praxis, uno dei massimi esperti di welfare e progetti partecipativi ed Elisabetta Dodi, formatrice che svolge attività di ricerca e consulenza in servizi e progetti educativi e sociali, hanno fornito un’analisi degli scenari attuali di welfare di comunità ed hanno proposto esempi concreti di progetti già avviati basati su un modello di sviluppo di reti di assistenza e di servizi sociali che si propone di intensificare la collaborazione tra i tanti attori pubblici e privati che condividono gli stessi obiettivi: istituzioni, cittadini, scuole, artigiani, commercianti, gruppi formali e informali in grado di attrarre risorse e di farsi carico dei problemi del proprio territorio.
“La Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia – ha detto il Presidente Giampiero Bianconi nell’aprire i lavori – vuole assumere un ruolo di primo piano in questo processo. Comunità è per noi la parola strategica per rispondere ai problemi e alle necessità crescenti della popolazione attraverso l’innovazione sociale e la sperimentazione di nuovi modelli di welfare. Da questo dipenderà anche il nostro sviluppo economico, perché non esiste un reale sviluppo economico se questo non è in grado di ridurre le diseguaglianze”.